venerdì 2 luglio 2021

CONSIDERAZIONI SU MUSICULTURA 2021



Negli anni scorsi mi è capitato di seguire un paio di volte le finali di Musicultura qui a Macerata e avevo avuto una buona impressione:ottima organizzazione e bravi artisti.
Quest'anno ho potuto seguire l'intera settimana di Musicultura culminata con le due serate finali e l'impressione degli anni passati è stata confermata: gli eventi culturali collaterali mi sono piaciuti tutti, in particolar modo quello dedicato a Bruno Lauzi, artista di cui ho sempre ascoltato le canzoni.
Ho anche scoperto che Enrico Ruggeri, oltre ad essere un bravo cantautore, è anche un ottimo scrittore di romanzi.
Per quanto riguarda le due serate finali, devo fare delle considerazioni.
Sull'organizzazione, confermo che è stata ottima: le serate sono state interessanti e piacevoli, senza momenti noiosi. Solo un piccolo momento di vuoto, ma lì sono stati bravi i presentatori a tappare il buco, dopo un po' di incertezza.
Ecco, i presentatori: Ruggeri è Ruggeri, non avevo dubbi che fosse bravo anche a presentare; la scelta di Veronica Maya mi aveva lasciato perplessa, perché non la ritenevo adatta. Invece è stata una piacevole sorpresa: è abbastanza spigliata e sa anche cantare.
Un appunto però: basta leggere tutto dal gobbo!
Serve se qualcuno si dimentica le parole delle canzoni,non se si dimenticano le presentazioni!
Va bene che non va più di moda presentare gli artisti con la cartellina dei nomi in mano, però... un po' più di improvvisazione ci vuole!
I giovani: per carità, tutti bravi, però ogni giovane artista quest'anno era la copia di qualcuno.
Luk aveva il testo della canzone e lo stile simil - Lucio Dalla, Ciao sono Vale era esistenzialista francese, The Jab, i vincitori, sembravano lontani parenti degli 883 ( il cantante, però, ha una splendida voce ), Lorenzo Lepore era un incrocio tra Luca Barbarossa e Samuele Bersani, Elasi era Elisa dei primi dischi, quelli in inglese, Brugnano mischiavano jazz, neomelodico e
Zeroassoluto , Mille univa Rita Pavone con tracce di Arisa e ritmi anni '60 tra Nina Zilli e Giuliano Palma.
Forse l'unico un po' originale è stato Caravaggio, un po', perché al secondo ascolto mi ha ricordato Ivan Cattaneo.
Va bene, in fondo le note sono sette e gira che ti rigira...
E veniamo agli ospiti: mi ha un po' deluso Ermal Meta: non come
interprete, è stato bravo, ma non si possono far interpretare ad un artista solo due canzoni quando altri ne cantano di più e lo stesso per Marisa Laurito: solo una canzone napoletana?
Fatela cantare di più, ce ne sono tante di canzoni napoletane belle!
Gli altri ospiti, infatti, hanno cantato di più: Ron, ospite a sorpresa, Irene Grandi, che ho scoperto essere molto simpatica e disponibile, La rappresentante di Lista con la cantante dalla voce straordinaria.
Mi è molto piaciuto il tenore Luciano Ganci con Celeste Aida; i Subsonica, poi, mitici!
Mini concerto che ho adorato, sapevo tutte le canzoni, anche la cover di Battiato.
Ciliegina sulla torta "Fratelli d'Italia" spiegato da Michele D'Andrea e cantato poi da tutto il pubblico: emozionante!
Guai a chi pensa ancora di sostituirlo con "Va Pensiero"!
Concludendo: il nome Musicultura è azzeccatissimo: musica e cultura, che cosa c'è di meglio nella vita?