mercoledì 25 ottobre 2023

I SETTANT’ANNI DELLA DOMENICA SPORTIVA. RICORDI E IMPRESSIONI

 

 

Quando si celebra un compleanno, all’evento partecipano tutti gli amici del festeggiato. Se questo è una trasmissione televisiva molto popolare, gli amici non si possono contare, anche perché oggi un gran numero di essi non è più tra noi. Del resto, sarebbe anche difficile trovare uno spazio abbastanza capiente per contenere questa immensa folla…

Tra i vanti della TV di Stato c’è sicuramente La domenica sportiva, uno storico appuntamento per tanti appassionati, consacrato come il programma più longevo della RAI e quindi della televisione italiana. La prima puntata andò in onda l’11 ottobre 1953, quando le trasmissioni erano ancora in fase sperimentale e il televisore era presente in pochissime case e in qualche locale. L’Italia si stava riprendendo dalle distruzioni della guerra e l’economia aveva ritrovato vigore grazie agli aiuti americani del piano Marshall. La passione sportiva si era riaccesa, alimentata dalle imprese del grande Torino, stroncate tragicamente nel 1949 con il disastro aereo di Superga, e soprattutto dal duello tra due fuoriclasse del ciclismo, Bartali e Coppi, che divideva gli italiani, attaccati alla radio per seguire le gare dei loro campioni. Erano ricominciate anche le Olimpiadi, già nel 1948 a Londra, seguite quattro anni dopo dall’edizione di Helsinki.

Il 3 gennaio 1954, quando nacque ufficialmente il servizio televisivo nazionale, era una domenica e quella sera una delle prime trasmissioni fu proprio La domenica sportiva, che come già detto aveva già vissuto una fase sperimentale. I pochi italiani davanti al piccolo schermo seguirono i servizi relativi alla giornata di campionato di serie A e quelli riguardanti altri avvenimenti sportivi.

Da quel giorno il programma è cresciuto ed è maturato. Grazie alla competenza di prestigiose firme del giornalismo, tra cui Enzo Tortora, Alfredo Pigna, Adriano De Zan, Tito Stagno, Paolo Frajese, Beppe Viola e Sandro Ciotti (tanto per citarne alcune), La domenica sportiva ha raggiunto il rispettabile traguardo dei settant’anni senza accusare il peso dell’età. Si è evoluta sotto molti aspetti, con sigle gradevoli, coloratissimi allestimenti in studio e tecnologie sempre più aggiornate, introducendo novità di portata storica: la principale di queste è stata la moviola, proposta dal 1967 per rivedere le azioni più dubbie delle partite di serie A e cercare di individuare eventuali errori arbitrali.  

Anche per me La domenica sportiva ha rappresentato un appuntamento fisso fin dall’infanzia, quando mio padre, che la seguiva da quando possedeva un televisore, mi ha trasmesso l’interesse per questo programma. È stato tutto praticamente automatico, poiché io ero appassionato di sport e avevo cominciato a vedere in TV olimpiadi, mondiali di calcio e altre manifestazioni, innamorato tra l’altro della grande novità tecnologica dell’epoca (era la stagione 1977-78): l’avvento del colore. In seguito la trasmissione è diventata fonte di discussioni e dibattiti tra amici, ai tempi del liceo e dell’università, con accese dispute sulle presunte ingiustizie arbitrali subite dalle squadre per cui tifavamo.

Oggi La domenica sportiva rappresenta per me non solo un appuntamento fisso, ma una sorta di mostro sacro della televisione italiana, un prestigioso pezzo di storia e di autorevole giornalismo, sempre interessante e attenta nell’evitare che la discussione in studio superi i limiti della decenza. Si può avvicinare al Festival di Sanremo, altra manifestazione di rilevanza storica della RAI, poiché ha saputo affrontare le innumerevoli novità, anche profonde, che hanno investito il mondo dello sport (come quello della canzone, per quanto riguarda la kermesse sanremese) senza avvertire cedimenti, anzi rispondendo alle esigenze dei telespettatori e degli appassionati con professionalità e competenza.        

                               Nazareno Micuccio

 

 

 

 

 

 

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