mercoledì 7 aprile 2021

Un importante evento da non dimenticare

 “A RICORDAR E RIVEDER LE STELLE” – 21 MARZO 2021
IL CAMMINO VERSO LA GIORNATA DELLA MEMORIA IN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE E L’EVENTO DEL 20 MARZO

Il 21 marzo ricorre la Giornata Nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è un momento di riflessione, approfondimento e di incontro, di relazioni vive e di testimonianze attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, persone che hanno subito una grande lacerazione che noi tutti possiamo contribuire a ricucire, costruendo insieme una memoria comune a partire dalle storie di quelle vittime. È una giornata di arrivo e ripartenza per il nostro agire al fine di porre al centro della riflessione collettiva la vittima come persona e il diritto fondamentale e primario alla verità, diritto che appartiene alla persona vittima, ai familiari della stessa, ma anche a noi tutti. È altresì il momento in cui dare spazio alla denuncia della presenza delle organizzazioni criminali mafiose e delle connivenze con politica, economia e massoneria deviate.
Il primo 21 marzo del Presidio Libera Macerata intitolato a “Ciro Colonna” forse non può essere raccontato meglio se non usando le parole dei “protagonisti” che con noi hanno dato vita ad un breve percorso di consapevolezza riguardo l’importanza personale e collettiva del fare memoria e di chiamare per nome tutte le vittime innocenti delle mafie.
Parlare di contrasto alle organizzazioni criminali con i bimbi e le bimbe delle classi quinte della primaria “E. Fermi” del quartiere Pace di Macerata non è facile, noi volontari avevamo il timore di non essere all’altezza, ma grazie alla maestra Benedetta Trisciani e alle sue colleghe – che avevano già iniziato ad affrontare la tematica in classe – abbiamo trovato bambini e bambine curiosi di scoprire cosa fossero queste mafie di cui si sente parlare. Abbiamo chiesto loro di condividere con noi delle parole che hanno associato al concetto di mafie dopo aver ascoltato le storie di alcuni ragazzi vittime innocenti, Ciro Colonna e Domenico Gabriele: paura, cattiveria, illegalità, bullismo, egoismo, tristezza, violenza, rabbia, vigliaccheria, omertà: un fiume in piena di parole a cui i bambini hanno associato un significato ben preciso. Per non parlare degli articoli scritti dai bimbi e dalle bimbe per raccontare cosa era rimasto in ciascuno di loro da queste chiacchierate:
“L’insegnante di italiano ha anche letto la storia di Gianni Rodari “Giacomo di cristallo” un testo molto bello e con tanti significati all’interno perché ha ricordato la prepotenza dei mafiosi, capaci di spaventare una città, ma anche la forza della gente, perché la verità è più forte della paura”.
Un’altra riflessione:
”Il dittatore, entrato nella piccola cittadina del bambino era come la mafia: ricattava, uccideva, imprigionava...ma Giacomo poteva esprimere la sua opinione, tutti la potevano vedere. Molti imitavano Giacomo sconfiggendo il dittatore che capì che la gente non aveva più paura di lui. Questa storia ha incoraggiato e dato speranza non solo ai bambini della 5° A, ma anche a molta gente che è stata in silenzio per troppo tempo”.
Ancora:
”Ciro aveva solo 19 anni ed era un ragazzo pieno di sogni e speranze che la mafia gli ha tolto. I bambini sono rimasti molto colpiti da questa ed altre storie! L’Associazione Libera si occupa di sconfiggere la mafia e con gli incontri con la classe ha fatto un piccolo passo verso questa meta”.
Quando ci hanno chiesto di parlare di mafia ai bambini delle elementari abbiamo pensato che sarebbe stato difficile per bambini così piccoli comprendere concetti così grandi. Ci sbagliavamo: gli uomini di mafia sono piccoli, i bambini sono grandi! Crescendo si perde quella curiosità che spinge bimbi e bimbe a scoprire cosa c'è intorno a sé, presi come siamo dagli impegni e dalle scadenze. Ancora una volta i bimbi insegnano a noi e non il contrario: ci ricordano quanto sia fondamentale incuriosirsi e lasciarsi invadere da storie che pensiamo essere lontane da noi, ma che in realtà non lo sono.
Abbiamo affrontato il tema della memoria e dell’impegno anche con ragazzi più grandi: le classi terze della scuola secondaria di I grado dell’Istituto “L. Della Robbia”, nei plessi di Appignano e Montefano, sempre partendo dal racconto di storie di vittime di mafia (Domenico Gabriele, Annalisa Durante e Ciro Colonna) interagendo con loro, riflettendo sulle parole della mafia: omertà, coercizione, immunità, disumanità, ingiustizia. Anche in questo contesto, il ruolo delle docenti è stato fondamentale: ringraziamo la Prof.ssa D’Oria che ha intrapreso, nei giorni precedenti ai nostri incontri, un percorso di approfondimento sul tema delle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Conoscere, raccontare, immaginare, dare testimonianza alla memoria, dignità a tutte le vite spezzate, far nascere bellezza dal dolore, non permettere a chi vuole infrangere i nostri sogni di “spegnere il sole” del sorriso di Ciro, del sorriso di ciascuno e ciascuna di noi.
Occorre rigenerare gli spazi dove viviamo, farli nostri, riaffermare l’importanza della scuola, della cultura, dell’agire insieme. In tal senso, condividendo questi intenti con gli scout dei Clan Mogliano, Macerata 2, Civitanova 1, Civitanova 2, Civitanova Alta 1, la generica “indignazione” si trasforma in energia positiva, in progetti condivisi per migliorare la vita di tutti e tutte, a partire dalla quotidianità dei comportamenti e delle buone prassi.
Il 20 marzo 2021 la diretta Facebook ha rappresentato una tappa cruciale di questo percorso, con la partecipazione, nella lettura dei nomi delle 1031 vittime, di tutte le associazioni amiche con cui condividiamo i valori fondativi (ARCI Macerata, ANPI Macerata, Officina Universitaria Macerata, Amnesty International Macerata, Refugees Welcome Italia Macerata e i clan degli scout) ed i contributi, unici, emozionanti, diversificati di esponenti del mondo della cultura del territorio, ad iniziare dal prof. Roberto Mancini. Docente presso l’Università degli Studi di Macerata, ci ha coinvolto/e in una profonda riflessione sul tema della memoria che diventa impegno civile per la realizzazione del bene comune.
Per continuare, con la compagnia “CTR Calabresi Te.MA Riunite Macerata” ha toccato le corde più profonde del nostro animo con il reading “La memoria del presente”, dove gli attori si sono alternati nella lettura di brani, spaziando da Dante a Gramsci con il suo “Odio gli indifferenti”, cogliendo in pieno la provocazione del tema della giornata, “a ricordare e riveder le stelle”.
Il movimento culturale “Our Voice” dopo la testimonianza della giovanissima Asia Centofanti, incentrata sull’azione di denuncia delle mafie e del connubio tra criminalità organizzata e politica, facendo leva sulla potenza comunicativa dell’arte e della cultura per coinvolgere in particolare i ragazzi, le ragazze e la scuola, ci ha letteralmente sferrato un “pugno nello stomaco” riproponendo il videoclip di un monologo estratto da un loro spettacolo, che narra la storia piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso barbaramente a 13 anni dalla mafia.
Per finire, Rosetta Martellini ci ha regalato un intenso momento di commozione interpretando con sensibilità e delicatezza uno scritto di Mary Colonna, “Mi chiamo Ciro”, dedicato al fratello vittima innocente di camorra, ucciso il 7 giugno 2016. A Ciro è dedicato il Presidio di Macerata.
Si è trattato di quasi un’ora e mezza di diretta che ha tenuto incollati al video una media di 45 persone, che oltre agli ospiti ha visto interloquire anche la referente regionale di Libera, Paola Senesi, e la referente del Presidio, Benedetta Mazzieri, per inquadrare rispettivamente il senso del 21 marzo per Libera e la situazione nel territorio marchigiano, riportando le osservazioni del procuratore generale della Corte di Appello di Ancona Sergio Sottani.
La memoria collettiva rappresenta il fondamento indispensabile per la costruzione di una società libera dalla mafia e da ogni atteggiamento mafioso. Ricordare attivamente è un atto di ribellione contro quel sistema criminale che ci vorrebbe silenziosi e omertosi, ossia complici. Le stragi di mafia, la corruzione, il silenzio sono l’oscurità, noi che non vogliamo dimenticare siamo una piccola luce e in questo lungo cammino verso il nuovo giorno, saranno le stelle a illuminare il nostro sentiero.
In conclusione, offriamo nuovamente le parole dei bambini della classe 5° B, in tutta la loro semplicità e disarmante saggezza:
“Magari non è sempre facile essere Giacomo, ma se lo facciamo insieme, anche con l’aiuto dei volontari di Libera e delle altre Associazioni, forse un giorno non dovremo più parlare della mafia perché sarà solo un ricordo”.

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