Covid 19 parola ad un medico guarito dalla malattia
Dottor Marco Sigona
Il
dottor Marco Sigona, dermatologo maceratese, è uno dei tanti medici
italiani che è stato colpito dal coronavirus. Dopo essere guarito da questa
malattia ci ha raccontato questa esperienza che ha vissuto.
Come
è stata affrontata l'emergenza coronavirus nel reparto dell'ospedale in cui lei
lavora?
“Io lavoro in un servizio che è molto ambulatoriale, la Dermatologia, pertanto è sottoposto alle regole che ci
vengono imposte dalle delibere regionali sugli accessi contingentati ad orario
prestabilito, evitare assembramenti nelle sale d’attesa , erogare soprattutto
prestazioni a carattere di indifferibilità con controllo dei sintomi del
paziente prima di accedere all’ambulatorio. Dal 1 giugno stiamo cominciando gradualmente
ad erogare anche le prestazioni che erano prenotate già prima del periodo Covid”.
Le
visite ai suoi pazienti come le ha programmate durante l'emergenza coronavirus?
“Presso struttura pubblica vedi sopra – Presso Studio Privato nel
rispetto delle stesse regole dettate dalla Regione”.
Se
non ricordo male lei è stato colpito dal coronavirus, attraverso quali sintomi
se ne è accorto?
“Principalmente la febbre, spossatezza e sensazione di affanno
respiratorio, sintomi che non recedevano con il passare dei giorni”.
.Lei è stato
curato a casa o in ospedale?
“Casa”.
Attraverso
quali medicine si cura il coronavirus?
“Oggi si usa molto l’eparina in quanto si è capito che il virus
scatena soprattutto un problema di tipo vasculitico ossia d’interessamento della
parete dei vasi sanguigni e si usano farmaci immunomodulatori ad effetto
antinfiammatorio. Nella mia malattia ( ero uno dei primi casi della nostra
Provincia) sono stato curato con un po’ di empirismo con tachipirina,
antibiotici e Vitamina C”.
Il
tampone le è stato fatto dopo i primi sintomi?
“Esattamente 7 giorni dall’esordio dei sintomi e su mia insistenza”.
Ha
vissuto per molto tempo in isolamento e la famiglia come ha cercato di
proteggerla una volta che ha scoperto di essere stato colpito dalla malattia?
Sono stato in isolamento per 28 giorni in quanto il tampone dopo i
primi 14 gg era ancora positivo. Avendo casa con una mansardina i miei
familiari, che non hanno avuto alcun problema di salute, vivevano di sopra
usando stanze e bagni differenti dalle mie ed orari per i pasti diversi”.
E'
stato possibile capire se la malattia le è stata attaccata da qualcuno, oppure
se le si è sviluppata da asintomatico?
“Domanda difficile a cui rispondere. Certo che la mia attività
lavorativa può aver favorito la possibilità di contagio da qualche
asintomatico. Ricordo che eravamo intorno al 26 febbraio ed ormai è quasi certo
che il virus girasse in Italia da gennaio se non fine dicembre”.
Quanto
possono essere efficaci le misure adottate dal Governo nazionale per evitare di
prendere il coronavirus e per contrastarlo?
“Sicuramente il lockdown ha ridotto di tanto la possibilità di
diffusione del virus e continuare oggi a rispettare quelle regole fondamentali
di distanziamento ed igiene potrà contribuire forse anche a farlo scomparire”.
Dopo
la guarigione ha dovuto fare della riabilitazione e la malattia le ha lasciato
qualche sintomo?
“Fortunatamente nessuna riabilitazione, un po’ di affanno nei primi
giorni dopo la malattia ma oggi ho ripreso in pieno il mio stato fisico”.
Ci
può descrivere come è stato il suo ritorno a lavoro?
“In ospedale graduale anche perché io ho ripreso a lavorare il 15
aprile e non c’era assolutamente gente che venisse a visitarsi se non per vere
urgenze. Poi ho ricominciato anche la mia attività presso il mio studio con un
numero ridotto di accessi. Ho lavorato anche molto con riunioni ed incontri in
via telematica”.
Da
medico durante la malattia vi siete fatti forza tra colleghi?
“Moltissimo e riconosco che da medico malato, molto probabilmente,
ho avuto anche gli occhi più puntati addosso. Ma da medico ho anche sofferto tanto per la sorte di molti colleghi che
purtroppo sono stati meno fortunati di me”.
Gli
ospedali covid secondo lei vanno tenuti anche dopo la fine dell'emergenza o
andranno dismessi?
“Secondo me da uomo e da medico
avere la sicurezza di un posto, sempre pronto, dove poter essere assistiti in caso di
necessità è un’opportunità importante. Credo che sapere che oggi il virus può
essere curato e soprattutto avere posti dedicati dove farlo debba far tornare a
tutti noi una tranquillità nell’animo che stemperi quel terrore che ha
caratterizzato questo bruttissimo periodo” .
Quali
insegnamenti ha ricevuto da questa esperienza che una volta finita potrà anche
mettere in pratica nella vita di tutti i giorni?
“Un primo insegnamento è che la vita ti presenta delle opportunità
per essere ridisegnata, io ripeto, sono stato abbastanza fortunato perché il
virus con me ha preso la famosa porta sbagliata però mi ha fatto aprire gli
occhi. Ho l’amarezza di aver assistito alle criticità di questo nostro sistema
sanitario che è considerato uno dei migliori del mondo. L’essere stati
costretti a richiamare sul campo colleghi in pensione e giovani laureati senza
aver ancora sostenuto l’esame di stato per l’abilitazione alla professione è
sicuramente un segnale di una programmazione sbagliata a monte. I tagli
esagerati, circa 37 miliardi di euro,
fatti da dieci anni a questa parte sulla sanità ci hanno ripresentato il
conto. Siamo stati abili a correggere qualcosa in corso d’opera ma è come aver
messo un cerotto su una ferita senza aver analizzato l’origine di quella
ferita. Ho avuto conferma che
l’ingerenza politica diventata troppo forte sulle dinamiche organizzative
sanitarie debba essere ridimensionata e soprattutto , dopo questa vicenda, sono
ancora più convinto che in sanità debba essere ridata voce ai sanitari”.
Parliamo
del progetto Macerata Rinnova come e perchè lo avete creato?
“Macerata Rinnova nasce come Associazione Culturale allo scopo di
ascoltare le problematiche del cittadino in un momento così importante in cui
la città di appresta ad un cambio di amministrazione. Nasce come associazione
di singoli appartenenti alla società civile e mossi da un senso di civismo che
li unisce. Non siamo soggetti politici ne persone iscritte a partiti. Ci stiamo
costituendo in lista civica a sostegno del candidato sindaco del centro
sinistra. In questo progetto in prima persona ho voluto metterci la faccia
perché credo che questa città, che molto mi ha dato, meriti anche la possibilità di un mio
contributo in cambio, ed è lo spirito che sicuramente anima tutti gli altri
partecipanti alla imminente lista”..
Cosa
l'ha spinta a parteciparvi?
“Vedi sopra”.
Quali sono gli obiettivi di questo
progetto?
“Stiamo lavorando su un programma che poi apporterà il suo contributo a quello del centro sinistra”.
Quali
punti farete mettere nel programma elettorale del candidato sindaco di
Macerata del centrosinistra Narciso Ricotta?
“Abbiamo messo al centro del programma la persona e su questa creato
una serie di idee che svilupperemo in questi giorni nel rispetto dei valori
fondamentali della democrazia”.
Come
ha attecchito il progetto di Macerata Rinnova tra i cittadini?
“La mia impressione, ovviamente dal mio punto di vista, è che questo
progetto stia muovendo interesse. Purtroppo il lock down ci ha impedito di
incontrarci di persona cosa che stiamo cercando di recuperare ma abbiamo sempre
lavorato attraverso sistemi di comunicazione online e debbo dire che oggi la
nostra pagina FB , partita in sordina, ha circa 1400 followers. Attraverso
questa vetrina abbiamo e stiamo dando un po’ l’idea dello spirito che ci anima”.
Se
non ricordo male voi con Macerata Rinnova state facendo dei dibattiti a
distanza, quale è lo scopo di questi dibattiti e con quale criterio avete
scelto le persone da far intervenire?
“Principalmente videoconferenze con persone della società civile che
possano apportare un contributo di idee e contribuire ad un dibattito
costruttivo”.
I
cittadini che volessero partecipare alle vostre iniziative su quali piattaforme
di internet possono seguirvi?
“Pagina Facebook”.
Quale
futuro avrà il progetto Macerata Rinnova dopo le elezioni comunali del 2020?
“Innanzitutto ci auguriamo che la nostra lista possa arrivare a
partecipare in maniera importante ad un dibattito politico anche dopo il
risultato elettorale e comunque il mettere al centro del sistema la persona ,
il cittadino, sarà la componente
principale del nostro impegno”.
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