La
terribile notizia della scomparsa di Don Peppe si è diffusa nella
nostra piccola comunità in un baleno, non appena le campane della chiesa
hanno iniziato a suonare per annunciare la salita al cielo del nostro
parroco.
La
comunità che aveva seguito con trepidazione l’andamento della sue
condizioni di salute è rimasta attonita e impaurita, sentendosi
all’improvviso indifesa senza più la guida, l’assistenza, i consigli del
suo parroco. Un sacerdote forte nella fede, un personaggio
straordinario nella sua semplicità e bontà, ricco di vitalità e di idee,
ma soprattutto di tanta umanità, sempre vicino ai malati, agli anziani e
a chi aveva bisogno.
Don
Peppe era convinto assertore della dignità della persona, della
famiglia, della solidarietà, come pure dell’ambiente, della cultura e
dello sport, nonché dei diritti della salute, dell’istruzione,
dell’uguaglianza. Un sacerdote che partecipava attivamente alla vita
sociale della parrocchia e anche dell’intera comunità provinciale; i
suoi interessi e le sue iniziative non avevano confini, né geografici,
né tematici. Tra le tantissime azioni ci sono le missioni in America
latina (Argentina e Brasile) e in Africa, il sostegno ai terremotati del
sisma del ’97 con le diverse città dei polentari d’Italia, i gesti di
solidarietà alle zone terremotate del 2016 quali Castalsantangelo,
Muccia e altri Comuni, le collaborazione con diverse pro loco, tra cui
Treia, Macerata e altre; né posso dimenticare la polenta offerta a
tutti, durante la RACI negli anni in cui era organizzata dalla
Provincia.
Don
Peppe sapeva arrivare al cuore delle persone, chi lo conosceva ne
restava colpito per la simpatia, la curiosità, l’allegria e
l’esuberanza. Sapeva farsi voler bene, amava la compagnia e utilizzava
ogni occasione per dare insegnamenti e messaggi non solo religiosi, ma
anche sociali, culturali e ambientali.
Era
un grande sostenitore delle nostre eccellenze paesaggistiche, storico,
culturali e soprattutto agroalimentari; sempre al fianco delle campagne,
della sua Coldiretti e delle altre associazioni in difesa e
valorizzazione dei nostri prodotti tipici enogastronomici.
Don
Peppe è stato un vulcano di idee e iniziative, utilizzava ogni
occasione e circostanza per stare tra la gente e in particolare tra i
giovani, per svolgere al meglio la propria missione di prete.
Ho
avuto l’onore e il privilegio di trascorrere quarantacinque anni della
mia vita con lui, è stato un dono del Signore. A noi che l’abbiamo
conosciuto e amato resta il ricordo e soprattutto l’esempio. Don Peppe
insieme a Giovanni e ai tanti amici ritrovati in cielo ci proteggerà da
lassù.
Il mio abbraccio forte forte a Maria Pia, a Francesco, ad Anna e a tutti i familiari.
Carlo Scheggia
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